Zohran Mamdani: Un socialista nella Grande Mela?

             Zohran Mamdani: Un socialista nella Grande Mela?


La vittoria di Trump alle ultime elezioni americane, comunque la si voglia vedere, ha segnato un grande mutamento nello scenario politico statunitense. Negli ultimi anni, infatti, una crescente sfiducia nel sistema elettorale, nei due grandi partiti – Repubblicano e Democratico – e una polarizzazione sempre più marcata dell’elettorato hanno creato un clima favorevole a cambiamenti che, fino a dieci anni fa, sarebbero stati impensabili.

Se da un lato Trump rappresenta l’ascesa di una destra isolazionista, conservatrice e populista, che ha soppiantato la tradizionale linea liberale repubblicana, anche il partito sconfitto, guidato da Kamala Harris, sta subendo trasformazioni interne significative. Un nome, in particolare, ha attirato l’attenzione della stampa internazionale: Zohran Mamdani.

Chi è? Che cambiamento rappresenta per i Democratici? Sarà davvero la rivoluzione che molti auspicano?


Zohran Mamdani: dal rap alla politica


Nato a Kampala, in Uganda, il 18 ottobre 1991, figlio del noto accademico ugandese-indiano Mahmood Mamdani e della regista Mira Nair, Zohran Mamdani si trasferisce a New York dal Sudafrica all’età di sette anni. Si diploma alla Bronx High School of Science e si laurea nel 2014 in Africana Studies presso il Bowdoin College, dove fonda il capitolo locale degli Students for Justice in Palestine.

Inizialmente intraprende la carriera musicale, diventando rapper sotto lo pseudonimo Young Cardamom (o Mr. Cardamom). Ben presto, però, decide di dedicarsi completamente alla politica, promuovendo iniziative a favore dei più vulnerabili, che gli permettono di farsi un nome e ottenere visibilità all’interno delle principali correnti del Partito Democratico.

Inizia lavorando come consulente per la prevenzione degli sfratti nel Queens, aiutando famiglie a rischio esecuzione immobiliare. Nel 2020 viene eletto all’Assemblea dello Stato di New York, diventando il primo uomo sudasiatico, il primo ugandese e il terzo musulmano a ricoprire tale incarico. La sua attività politica si è distinta per l’impegno costante nella proposta di nuove leggi: oltre venti in totale, tre delle quali approvate.

Mamdani non ha mai nascosto la sua attenzione verso temi sociali spesso considerati scomodi dall’establishment, definendosi più volte “socialista”, nonostante il sospetto che negli Stati Uniti grava ancora su questo termine e ciò che rappresenta.


La candidatura a sindaco: un volto del futuro per i Democratici?

Mamdani ha annunciato a sorpresa la sua candidatura alle primarie democratiche per scegliere il candidato sindaco di New York City, con un programma fortemente progressista: autobus gratuiti, congelamento degli affitti, negozi alimentari pubblici, asili nido universali e salario minimo di 30 dollari l’ora entro il 2030, il tutto finanziato con una tassa sui milionari.

Il suo programma ha immediatamente acceso il dibattito interno al partito. Il candidato “tradizionale”, l’ex governatore Andrew Cuomo, ha criticato duramente le sue proposte, sostenendo che avrebbero alienato l’elettorato moderato. Eppure, Mamdani ha vinto le primarie con il 56% dei voti, grazie anche al sostegno della sinistra democratica, da Bernie Sanders ad Alexandria Ocasio-Cortez.

Solo il tempo dirà se la scommessa – finora promettente – del giovane volto della sinistra americana riuscirà a battere il candidato repubblicano.


Speranza di cambiamento, o fiamma solitaria?

Zohran Mamdani è oggi al centro di un acceso dibattito mediatico. I Repubblicani lo accusano di essere un “pericoloso comunista”, e Trump ha già dichiarato che, se Mamdani dovesse mantenere la promessa di ostacolare l’operato della polizia anti-immigrazione, "sarà costretto ad arrestarlo".

Anche l’élite democratica guarda con sospetto il giovane Zohran, distante dalla linea politica finora dominante nel partito. Tuttavia, Mamdani gode del forte sostegno degli strati più bassi della popolazione, colpiti dall’aumento del costo della vita e diffidenti verso il candidato repubblicano, indagato per corruzione (indagini poi misteriosamente archiviate dopo la vittoria di Trump).

Il programma di Mamdani punta su previdenza e assistenza sociale, con misure per affrontare la crisi abitativa e l’inflazione, finanziate da un’imposta sui miliardari. Non sorprende che questa proposta abbia sollevato più di qualche sopracciglio a Wall Street.

Zohran non assomiglia affatto ai politici tradizionali. Le sue promesse, il suo carisma e il coraggio di esporsi anche su temi controversi gli hanno garantito un sostegno e donazioni inaspettate. Insomma, Mamdani ha portato un vero e proprio terremoto politico nel suo partito e nel panorama nazionale, guadagnando la fiducia di ampie fasce della popolazione che finora si erano sentite tradite e dimenticate da entrambi i partiti.

Che questo sia il segno che i Democratici stiano lentamente virando verso posizioni più di sinistra, rispondendo finalmente ai bisogni delle classi che aspirano a rappresentare? Solo il tempo – e le sempre più attese elezioni – potrà dirlo…





A cura di Lorenzo De Frenzi


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