LIVE- Trump: “Meno armi all’ Ucraina”. Chock Kiev, Zelensky dichiara: “In qualche maniera dobbiamo garantire la difesa del nostro popolo”


 

LIVE – Trump: “Meno armi all’Ucraina”. Choc a Kiev, Zelensky dichiara: “In qualche maniera dobbiamo garantire la difesa del nostro popolo”

Dopo tanta attesa, le promesse di Trump di tagliare le armi inviate all’Ucraina sono diventate realtà. Con una decisione che potrebbe annunciare un cambiamento radicale nella politica statunitense, nonostante fosse già stata resa nota dai vertici del Pentagono, il presidente americano ha annunciato lo stop all’invio di alcune forniture di armi a Kiev, tra cui i fondamentali sistemi di difesa aerea “Patriot”. In seguito alla conferma da parte dell’amministrazione Trump della notizia che
L’Atlante vi sta riportando, la principale motivazione addotta è stata quella di “voler mettere al primo posto gli interessi degli Americani”.

Le armi attese da Kiev facevano parte dei pacchetti di aiuti autorizzati negli anni precedenti dall’ex inquilino della Casa Bianca Joe Biden. Ma, nonostante Trump non abbia mai proposto nuove spese per l’aiuto a Kiev, la maggior parte delle forniture ha finora continuato a contribuire alla difesa ucraina.

Scatta dunque l’allarme tra i vertici del governo: il Ministro degli Esteri, in assenza di una conferma formale da parte della Casa Bianca, ha deciso di convocare poche ore fa John Ginkel, incaricato d’affari americano. Il delegato agli Affari Esteri ha dichiarato: “Qualsiasi ritardo nel sostenere le capacità difensive dell’Ucraina non farà altro che incoraggiare l’aggressore a continuare la guerra e il terrore, invece di cercare la pace”.

Anche Zelensky ha deciso di rilasciare una dichiarazione serale, nel tentativo di rassicurare i cittadini ucraini, spiegando che con gli USA “si stanno definendo tutti i dettagli della fornitura di supporto alla difesa”, menzionando nuovamente il progetto di “acquistare o prendere in affitto armi anti-aeree”. Idea che il presidente ucraino aveva già accennato a Trump durante il summit NATO all’Aja. La risposta ricevuta da parte del presidente americano è stata tuttavia furtiva ed evasiva.

Dalla parte opposta del fronte di guerra, invece, il Cremlino applaude la decisione, annunciando che “è un passo in avanti verso la fine della guerra.”
Questa dichiarazione arriva a poca distanza dalla telefonata, la prima dopo tre anni, tra Macron e Putin, nella quale il padrone del Cremlino aveva sentenziato che “L’unica opzione di pace è riconoscere le nuove realtà territoriali.”
Una pace, quindi, che Mosca vuole dettare secondo le sue condizioni, senza nessun compromesso sulle conquiste fatte finora, sfruttando anche il declino dei rapporti tra Washington e Kiev. Mentre si parla di negoziati sempre più lontani e i rapporti di forza si fanno più incerti, continuano gli attacchi russi sul territorio ucraino, ora che la produzione di missili e droni è stata incrementata, arrivando a 70 testate balistiche e 15 ipersoniche al mese.

La decisione di Trump di bloccare l’invio di armi all’Ucraina segna una svolta non indifferente nel conflitto russo-ucraino. Mentre Kiev, da adesso, sarà maggiormente esposta agli attacchi di Putin, l’Europa tenta di colmare il vuoto militare lasciato dagli USA. Ma con l’assenza di Washington la bilancia pende sicuramente dalla parte del Cremlino.

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