Salvini e Saviano in tribunale: “gli ho stretto la mano e lui mi ha detto ‘vergognati’”



“Ho stretto la mano a Saviano in aula e lui mi ha detto ‘vergognati’, è un maleducato ma di certo non è un reato”. Sono queste le dichiarazioni del ministro Salvini dopo l’udienza del processo che vede imputato il noto scrittore Roberto Saviano per diffamazione, in seguito a delle dichiarazioni fatte nel 2018, in cui definiva il segretario della Lega “il ministro della malavita”. 



L’ex ministro dell’interno, ha infatti dichiarato di voler procedere con la querela. “La mia priorità è la lotta alla Mafia”- afferma. Ma di quale lotta stiamo parlando? Possiamo veramente affermare che  abbia contribuito attivamente alla battaglia contro le mafie?


Durante il suo mandato nel 2018 e 2019, gran parte della sua propaganda si concentrò sul tema dell’immigrazione, della sicurezza urbana e dei porti chiusi, ma di Cosa Nostra, ‘Ndrangheta o Camorra, Salvini decise di parlarne ben poco.
Durante un suo intervento in Calabria, affermò che che il vero problema del territorio Calabrese fossero gli immigrati, e non la criminalità organizzata-che da secoli semina terrore in tutto il Sud- e che da anni ha messo le proprie radici anche nell’amato e sicuro Nord-Italia, che tanto piace al nostro ministro. 


Salvini ha sempre scelto il bersaglio più semplice: l’immigrato povero, privo di potere, senza voce. E intanto il potere mafioso cresce, investe in nuovi settori, si infiltra. Anche nel nord che lui ha sempre celebrato. Ma per combatterlo concretamente servirebbe uno sguardo meno comodo, e un coraggio che, a giudicare dai fatti, questo ministro non ha mai mostrato davvero.




A cura di Stefano Pelliccia

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