Iran: Il Dio delle Armi

Iran: Il dio delle armi 

Per alcuni è stata una sorpresa, per altri una minaccia attesa, per pochi un beneficio, per tutti un atto che entrerà nella storia, nel bene e nel male. Gli attacchi, prima israeliani e poi americani, contro l’Iran hanno distrutto i principali centri di ricerca del Paese nella sua corsa alla bomba atomica. Sono stati uccisi numerosi esponenti del programma nucleare iraniano, oltre a generali e membri delle Guardie Rivoluzionarie, i famigerati Pasdaran. La risposta iraniana non si è fatta attendere, e il mondo guarda con il fiato sospeso la guerra non ufficiale che le tre nazioni stanno combattendo. La verità, però, è che nessun conflitto nasce dal nulla, e questo non fa eccezione. Può essere difficile ricostruire con chiarezza la storia delle relazioni tra tre attori di rilievo della politica mediorientale, a causa delle dichiarazioni spesso contraddittorie e del poco spazio che giornali e quotidiani dedicano alle questioni internazionali in tempi di pace. Per questo L’Atlante offre, in breve, la storia delle relazioni USA-Iran, per capire ciò che sta succedendo oggi. 

USA E IRAN: Il Pragmatismo come bussola

Appena 50 anni fa l’Iran era irriconoscibile. Anzi, non si chiamava neanche così: il suo nome era Persia. La Persia di allora, erede di una storia millenaria, era una monarchia retta con il pugno di ferro dallo Scià Reza Pahlavi. Sotto il suo regno autoritario, la Persia aveva conosciuto una grande modernizzazione sul modello degli Stati occidentali e della Turchia, che prese il nome di Rivoluzione Bianca. La monarchia era, e non c’è da stupirsi, fortemente anticomunista, il che la rendeva un alleato perfetto per la lotta degli Stati Uniti contro l’Unione Sovietica. Inoltre, la Persia possedeva grandi giacimenti di petrolio.


Le sue abbondanti risorse, il suo anticomunismo e il desiderio di occidentalizzare lo Stato resero lo Scià popolare presso i governi di Washington e Londra, che esercitavano grande controllo grazie alle compagnie petrolifere, ma lo resero odiato agli occhi del suo popolo. Quest’ultimo percepiva la Rivoluzione Bianca come un’imposizione dall’alto e vedeva il governo come autoritario, corrotto e asservito agli interessi occidentali (non a torto, vista l’efficacia della polizia segreta e l’influenza che le compagnie petrolifere avevano sulla nazione). Il malcontento fu cavalcato dal clero islamico sciita, oppresso e osteggiato dallo Scià, che fece appello a molti strati della popolazione. La goccia che fece traboccare il vaso fu l’esilio dell’Ayatollah, massima autorità religiosa per gli sciiti. Nel febbraio 1979, una piccola manifestazione di piazza portò alla caduta della monarchia, anche grazie all’unione di nazionalisti, comunisti e clero sciita. A settembre dell’anno successivo, il re fuggì dalla capitale Teheran e fu proclamata la Repubblica. Gli USA, inizialmente cauti e spaventati dal cambio di regime apertamente antiamericano, cercarono qualcuno che potesse risolvere la situazione.

Da Hussein a oggi: 40 anni di guerre e tensioni.

L’uomo giusto al momento giusto fu Saddam Hussein, che pochi anni dopo sarebbe stato ucciso dagli americani stessi. Nel 1980, però, il dittatore iracheno era all’apice del suo potere e, vedendo l’Iran debole e in preda alla rivoluzione, decise di attaccare. Gli americani sostennero militarmente e finanziariamente l’intervento, ma furono ben presto costretti a fornire armi anche all’Iran per ottenere la liberazione degli ostaggi catturati dai rivoluzionari nell’ambasciata di Teheran. Alla fine, la guerra non portò a nulla di fatto, se non ad esacerbare le tensioni tra USA e la Repubblica Islamica.

Gli anni seguenti videro Teheran sempre più isolata diplomaticamente, osteggiata dalle monarchie vicine e dagli Stati Uniti, e spaventata dalle recenti guerre del Golfo e Primavere Arabe. A questo isolamento si deve l’avvicinamento dell’Iran a Cina e Russia e la sua corsa agli armamenti, sfociata nel tentativo di costruire un ordigno nucleare. Teheran, nel tentativo di propagare la sua rivoluzione e costruirsi alleati, ha sempre prestato aiuto e supporto ai gruppi ribelli della regione, da Hezbollah ai ribelli Houthi, oltre al regime siriano ormai decaduto. Oggi, l’Iran offre sostegno diplomatico e finanziario ad Hamas, in netta opposizione a Israele e alla sua politica, e ai suoi gruppi affiliati in Libano.



A cura di Lorenzo De Frenzi


Commenti

  1. C'è poco da aggiungere se un giovane uomo di 15 comprende piu di tanti adulti "esperti"!!! Complimenti

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